Intervista a Massimo Roscia

Pubblicato il:
21 febbraio 2018

Categoria:
Amici da incontrare

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Ciao Massimo,

sappiamo che sei un uomo impegnato e non vogliamo rubarti tempo. Ma il tuo libro DI GRAMMATICA NON SI MUORE arriva in libreria in una bellissima edizione Pickwick, e noi di Pickwick vorremmo farti giusto tre domande.
 
1) Qual è l’errore che proprio non tolleri?
Un’errore, un’errore… Fammi penzare. Niente dà fare. Ha questa domanda non sapessi propio come rispontere. Avvolte credo ke l’errore più peggiore è quello ke riguarda la postrofo; avvolte l’accento che compare quà e là; avvolte, la: punteggiatura,.! ; avvolte – anche se non centra niente – il piuttosto che usato con valore congiuntivo (o era disgiuntivo?). Qual’è? D’avvero, nollo sò. Pultroppo non c’è n’è solo uno, pultroppo gli errori sono tanti.
 
2) C’è un rimedio al male di grammatica?
A ogni virus – e il termine appare più che pertinente, considerata la pandemia in atto – corrisponde quasi sempre un antidoto. Nel nostro caso i rimedi sono molteplici: leggere (che non fa mai male); aprire la mente ed essere curiosi; non vergognarsi mai dei propri errori, che possono trasformarsi in utili indicatori del processo di apprendimento della lingua e, una volta corretti, in occasioni concrete per migliorarsi; consultare un buon dizionario della lingua italiana; collezionare parole e significati; non avere fretta, non strafare e agire sempre gradualmente, partendo dalle costruzioni più semplici per arrivare, con la pratica, a quelle più lunghe e complesse; imparare a riconoscere i diversi contesti linguistici; considerare la grammatica come un gioco divertente; amare la lingua italiana, che – non dimentichiamolo mai – è patrimonio culturale.
 
3) Ma il social è zona franca?
Pur difendendo l’integrità della lingua e riaffermando con convinzione alcuni obblighi e divieti inviolabili, non facciamo i bacchettoni. Nei social, quando il contesto non è formale ma giocoso, ilare e folcloristico, possiamo essere un po’ (con l’apostrofo e non con l’accento) più tolleranti verso l’errore e ammettere alcune deroghe o licenze (come l’uso disinvolto delle minuscole in luogo delle maiuscole o le allegre abbuffate di emoji). In ogni caso bisogna sempre ricordare che i social sono spazi pubblici in cui ci esponiamo (spesso sovraesponiamo). Facciamolo sempre con cautela, consapevolezza e intelligenza.

Di grammatica non si muore. Come sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio dei verbi

Massimo Roscia

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