Valerio Varesi - il Simenon italiano

Pubblicato il:
7 giugno 2018

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Una breve ma interessante intervista a Valerio Varesi, per approfondire alcuni temi del suo romanzo IL COMMISSARIO SONERI E LA LEGGE DEL CORANO.

A oltre un anno di distanza dall’uscita de Il commissario Soneri e la legge del Corano, vincitore del Premio Fedeli, i temi caldissimi relativi all’immigrazione e all’integrazione culturale sono usciti dalla campagna elettorale per entrare nel programma di governo. Cosa direbbe Soneri del nuovo scenario politico?
Nel romanzo si contrappongono due personaggi con cui Soneri dialoga: un imam radicale e un intellettuale di destra altrettanto radicale. Il commissario prenderebbe atto che ha vinto quest’ultimo, ma aggiungerebbe che nessuna delle due tesi serve a qualcosa ai fini di risolvere i problemi sociali. Né l’idea di colonizzare l’Occidente, ritenuto al tramonto, imponendo progressivamente i costumi islamici, né l’ostracismo xenofobo e islamofobo. Ci si dimentica sempre che la politica è prassi. E che la prassi è sempre una mediazione. Come le indagini di Soneri.
 
Il recente Prix Violeta Negra e il tuo grande successo in Francia sono graditissimi riconoscimenti sia per l’autore sia per l’editore. Cosa piace di più all’estero dei romanzi di Varesi?
Ai francesi credo sia piaciuta l’atmosfera molto simenoniana, la fotografia di una certa parte dell’Italia di provincia che forse non conoscono e il metodo d’indagine induttivo che è simile a quello di certi autori d’oltralpe. E poi, ma qui il merito è più delle due traduttrici che mio, la scrittura che non ha la velocità del thriller, ma è letteraria. Più in generale, agli stranieri piace conoscere parti d’Italia che fanno da scenario alle storie noir degli autori di casa nostra da nord a sud.
 
Soneri dice che l’immaginazione è la miglior dote di un investigatore. Qual è quella di uno scrittore?

Captare dalla realtà quotidiana quei segnali che racchiudono un tratto saliente del nostro vivere e si prestano per esserne degli emblemi. Estrarre, con un lavoro di scavo minerario, un possibile senso agli accadimenti sottraendoli al caos. E poi la capacità di avvicinarsi il più possibile alle motivazioni umane fino a sfiorarle, nella consapevolezza che sono quasi sempre inconoscibili agli altri.

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