Io non sarò come voi: intervista a Paolo Cammilli

Pubblicato il:
11 gennaio 2016

Categoria:
Amici da incontrare

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Abbiamo intervistato Paolo Cammilli, autore del romanzo IO NON SARO' COME VOI disponibile in edizione tascabile Pickwick. 
Quella di Fabio e del piccolo paese in cui vive è una storia forte, capace di commuovere e irritare, ma soprattutto destinata a far riflettere su una generazione allo sbando.
 
Domanda: IO NON  SARO' COME VOI è un romanzo di formazione, un grande (e sofferto) rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, una maturazione più emotiva che anagrafica. Partendo da questo, cosa c’è di diverso nel tuo romanzo rispetto agli altri romanzi del genere?
Risposta: La differenza consiste nella dilatazione temporale e sociale del processo di formazione che in questo romanzo coinvolge adolescenti, adulti, vittime e carnefici, prescindendo dall’esito. Nel caso del protagonista, l'atto che sancisce il suo approdo all’età – virtualmente – adulta si realizza non solo attraverso nel compiere un gesto coraggioso e giusto, ma soprattutto nel tornare indietro dopo essersi spinto troppo avanti. Forse, non c'è cosa più difficile che compiere un'azione nobile e solitaria mentre se ne sta ponendo collettivamente in essere una scellerata.
 
Leggendo il libro si costruiscono due binomi: adolescenza=cattiveria/rabbia e  maturità=rassegnazione (anche se pacifica). Cosa succede a questi due mondi (adulti da una parte, ragazzi dall’altra) che non si parlano?
Non vedo nell'adolescenza unicamente un libero sfogo alla cattiveria e alla rabbia. Credo sia un momento di esplosione emotiva, incontrollata, non arginabile a causa della limitata esperienza. D'altra parte, noto in molti adulti l'assenza del rischio, quale remissiva accettazione di ciò che ormai è stato. Ci si ferma un attimo prima di affrontare un’alternativa di vita diversa. Ragazzi e adulti non si parlano perché non si capiscono, limitandosi ad osservare con rassegnazione le rispettive immaturità. E poi c'è molta presunzione nel considerare peggiori i differenti modi di vivere.
 
Alcune figure adulte nel libro sono bellissime, come il papà di Fabio: a casa senza lavoro ma non disperato. Ma oggi, nel 2016, è più difficile essere adolescenti o adulti?
Direi che è più difficile essere diversi. E questo vale sia per gli adolescenti che per gli adulti. Differenziarsi dall'omologazione adolescenziale imposta dai micro e macro gruppi giovanili equivale all'incapacità dell'adulto di sottrarsi al paradigma sociale del raggiungimento della “normalità” affettiva, familiare e professionale.
 
Anche a quarant’anni si è considerati “giovani”: quando finisce l’adolescenza, secondo lei? E non quella anagrafica…
L'adolescenza, intesa come momentanea immaturità, finisce nel momento in cui l'individuo comprende che non deve fare ciò che gli è più utile ma ciò che gli costa di più. Quindi, direi che l'adolescenza non finisce mai!
 
Che adulto sarebbe stato Fabietto?
Fabietto sarebbe stato semplicemente un uomo.
 
Citando il suo libro “E allora conviene dimenticarsi cosa sono la pietà, la giustizia e persino quei sentimenti sinceri che sono l’amore e l’amicizia.” Paolo Cammilli, secondo lei cos’è l’amore al tempo del social, dei sassi lanciati dai cavalcavia, della disoccupazione e della paura?
Si ama quando si agisce contro il proprio interesse. E accettare l'esistenza di un mondo fondato su fattori incoerenti, ostili, disumani dovrebbe farci desistere. Eppure amiamo, nonostante tutto. 

​Un libro che consigliamo fortemente...

Io non sarò come voi

Paolo Cammilli

Io non sarò come voi

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