IL QUINTO TESTIMONE - leggi l'incipit
"La signora Pena, seduta accanto a me sul sedile posteriore, si girò a guardarmi e alzò le mani in un gesto implorante. Poi iniziò a parlare. Aveva un accento molto marcato, ma nonostante questo aveva deciso di rivolgermi il suo appello finale in inglese. «Mi aiuta, vero, signor Mickey?» Guardai Rojas che, sul sedile anteriore, era voltato verso di noi, anche se questa volta non avevo bisogno della sua traduzione. Poi alzai lo sguardo sopra la spalla della signora Pena e attraverso il finestrino vidi la casa che cercava disperatamente di non perdere. Era una villetta di un rosa sbiadito, con due camere da letto e un giardinetto delimitato da una recinzione di rete metallica. I gradini che portavano all’ingresso erano coperti di graffiti, indecifrabili a parte il numero 13, che non faceva parte dell’indirizzo, ma equivaleva a una dichiarazione d’amore. I miei occhi tornarono a posarsi su di lei. Aveva quarantaquattro anni e, nonostante l’aria sfinita, era piuttosto attraente. Viveva da sola con tre figli adolescenti e non pagava la rata del mutuo da nove mesi. La banca le aveva pignorato la casa e stava per metterla in vendita..."
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