E se poi mi innamoro, pazienza...

Ci sono cose che, a distanza di tempo, danno ancora soddisfazioni enormi.

Una su tutte è il tiramisù.
Sono figlia di un pasticciere, non è una leggenda metropolitana: il tiramisù, il giorno dopo, dà addirittura più soddisfazione.
Anche con i romanzi, a volte, va così.
Dovevate vedere la mia faccia quando ho ricevuto la telefonata per la prima pubblicazione della Carlotta (è la protagonista del romanzo, ndr). Anzi, meglio di no, piangevo di gioia, il trucco colando mi ha trasformata dalla condizione di ragazza con il viso curato alla condizione di panda dopo un rave di sedici ore.
Ed ero così felice che non avrei mai creduto di poter essere ancora più felice. Invece, quando proprio non me lo aspettavo, è successo anche a Carlotta di avere l'effetto tiramisù.
Io non lo sapevo, ogni tanto succede che qualcuno faccia del bene per noi (il mio editore, in questo caso) e noi però ne siamo all'oscuro. La situazione, a distanza di qualche giorno, fa un po' ridere, ma dovevate vedere la mia faccia quando ho letto una mail che diceva “come già saprai, E se poi mi innamoro, pazienza verrà pubblicato in Pickwick”. No che non lo sapevo! E, soprattutto, non potevo crederci. Ho letto la mail tre volte, ero sul punto di chiedere se erano sicuri, se non avessero sbagliato a inviarmi la mail, ricontrollavo che il titolo fosse proprio il mio, lo dicevo ad alta voce perché così diventa vero.
Ma era già vero, la storia di Carlotta, con mia enorme emozione, ora è anche in Pickwick. Il formato tascabile, quello che puoi infilare agevolmente nella borsetta senza affatticarti la spalla, quello con la copertina morbida che puoi leggere anche in piedi. La storia è rimasta invariata, una giovane donna che soffre di poca voglia per quello che la vita le presenta e che poi conosce un giovane uomo che soffre di troppo entusiasmo per la vita e le attività sportive. L'avventura, la mia, è quella che ti dà soddisfazione anche a distanza di un anno da quando è uscita la prima edizione, quella che mi riempie il cuore di gioia.
Per quel che riguarda il tiramisù, a distanza di un anno è altamente sconsigliato il verificare se ancora ci rende il palato felice.
 
(Erika Favaro)