Destinazione Santiago: un percorso con Riccardo Finelli

Pubblicato il:
24 maggio 2017

Categoria:
Città da visitare

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Mi chiedono spesso quale sia la MOTIVAZIONE che spinge a fare un viaggio del genere, a piedi e faticoso, ma anche incredibilmente umano. Qualcuno parte perché "solo così stacchi davvero la spina". Qualche altro semplicemente per pensare. C'è chi cammina per fuggire da qualcosa. C'è chi lo fa per devozione e chi spera in una grazia. Qualcuno addirittura cammina "in conto terzi", come i penitenti per procura medievali. Poi c'è chi lo fa per sfida, per dimostrare che anche se non sappiamo più tenere in mano una chiave inglese, il nostro corpo può anche fare cose grandi: come trasportarci per 800 km, all'Estremo Occidente d'Europa. E alla Cruz de Hierro, buttando una pietra sulla collina delle speranze, ho sentito qualcuno raccontare che in realtà è stato il Cammino a chiamarlo, come un sibilo ipnotico. Di sicuro verso Santiago si mescolano gli aneliti di un Pianeta in cammino e in ricerca che nonostante il determinismo e gli egoismi quotidiani, non ha perso la voglia di interrogarsi e capire se esiste un senso alla storia di ciascuno di noi.
 
E poi ci sono le difficoltà anche fisiche...
Dicono che lo zaino ideale debba pesare al massimo 8 kg. Ma camminando verso Santiago per settimane, ti accorgi, giorno dopo giorno, che il peso in sé conta poco. L'importante è scoprire il confine labile fra "importante" e "indispensabile". Perché la leggerezza è affare di mente prima che di spalle. Verso Santiago la leggerezza che ti porti dentro è importante come l'essenzialità che giorno dopo giorno vivi al passo della lentezza. Un sorso d'acqua, 10 minuti d'ombra, il trifoglio che ti rinfresca i piedi dopo 10 ore di cammino: così scopri che basta poco per riempire di senso una giornata e praticare l'esercizio della felicità.

E quando arrivi cosa succede, dentro e fuori di te?
Mentre passeggi per le strade traboccanti di commercio di Santiago, o mentre sei in fila ad aspettar paziente il tuo turno per scendere nella cripta della cattedrale, potrebbe non essere l'emozione la categoria mentale da scomodare per descrivere l'arrivo a Compostela. Ma non importa. Perché nel bagaglio c'è già altro. Le storie delle decine, centinaia forse, di persone con cui hai camminato o diviso una cena o una notte, sentendone il respiro a pochi centimetri da te. Verso Santiago hai una certezza: non ti puoi nascondere. Non puoi fare a meno di condividere la tua storia con qualcun altro. E, soprattutto, non puoi fare a meno di ascoltare chi ti sta accanto. Nello zaino hai il tempo che hai donato agli altri. Non hai potuto dire: "ho da fare". Non hai potuto opporre un "facciamo più tardi" a chi ti raccontava qualcosa di sé. Dovevi solo mettere un passo davanti all'altro e guardare negli occhi chi ti raccontava angosce e speranze. È questo il timbro più importante che puoi mettere sulla Credencial. 

(Riccardo Finelli)

Destinazione Santiago. Come ritrovare se stessi sul Cammino

Riccardo Finelli

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